Con due Raccomandazioni, n. 5/2020 e n. 8/2020, la Sovrintendenza sanitaria centrale fornisce chiarimenti rispettivamente sulle modalità di conferma diagnostica dell’infezione da SARS-CoV-2, sulla durata del periodo di inabilità temporanea assoluta (ITA) negli infortuni da COVID-19 e sui criteri medico-legali da adottare per il riconoscimento del nesso causale e la definizione della presunzione semplice nelle infezioni da SARS-CoV-2.
La Sovrintendenza sanitaria centrale con la Raccomandazione n. 5/2020 fornisce istruzioni operative in ordine alla conferma diagnostica dell’infezione da SARS-CoV-2 (“ai fini medico-legali indennitari, anche la ricorrenza di un quadro clinico e strumentale suggestivi di Covid-19, in compresenza di elementi anamnestico-circostanziali ed epidemiologici dirimenti”). Qualsiasi documentazione medica, compresa quella rilasciata ai fini della malattia comune Inps, può essere ritenuta utile ai fini certificativi di infortunio. La Raccomandazione, inoltre, fornisce istruzioni sulla durata del periodo di inabilità temporanea assoluta (ITA) da infortunio Covid-19, precisando che “In questa fattispecie infettiva […] i concetti di guarigione clinica, di stabilizzazione del quadro e di prognosi medico-legale, non sempre coincidenti per le lesioni infortunistiche, devono risultare sovrapponibili”.
Con la raccomandazione n. 8/2020, invece, sono indicati i criteri medico-legali nei casi per i quali ricorre la presunzione semplice nelle infezioni da SARS-CoV-2. La presunzione semplice non elide la necessità che l’istruttoria medico-legale contempli, caso per caso, la verifica sistematica dei quattro criteri indicati nella nota, con particolare riguardo alla prova contraria.
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